1 giugno 2010
Simpatia per il diavolo: i
Rolling Stones
"A noi tutti serve qualcuno
di cui nutrirsi,
E se lo vuoi puoi nutrirti di me.
Prenditi il mio braccio, prenditi la gamba
Ma, bambina, non prenderti la mia testa...
Tutti noi abbiamo bisogno di qualcuno da dissanguare
E, se vuoi, puoi dissanguare me..."
"Let It Bleed", ROLLING STONES
A partire da Satisfaction, con quel
minaccioso giro di chitarra distorta che diverrà immortale. fino a
Paint it Black (1966), un inno di morte e disperazione caratterizzato
dal sitar di Brian Jones, e oltre, tutti gli album dei Rolling Stones includono
canzoni associate a temi sinistri. Il flirt di Mick Jagger e dei suoi
sguaiati compagni con la Morte e con il Diavolo ha, dunque, radici antiche,
che risalgono ai primi giorni di vita del gruppo. Fin dall'inizio, infatti,
gli Stones vennero considerati, dai media, come l'esempio più brillante
di rock star che avessero stretto un patto con Sua Maestà
Lucifero in persona, al fine di ottenerne tutti i vantaggi e l'eterna dannazione.
Quando decisero di sfondare negli Stati Uniti, proponendosi come la "parte
oscura" della luminosa visione pop espressa dai loro colleghi di Liverpool,
il loro manager, Andrew Log Oldham, si adoperò per
adottare i necessari provvedimenti. Il tastierista Ian Stewart,
il "quinto" Rolling Stone, venne allon-tanato per questioni di età
(era troppo vecchio per suscitare gli interessi di Satana), e gli altri componenti
del gruppo si impegnarono sempre più nel coltivare l'immagine di ragazzi
cattivi, violenti e pericolosi. Quando gli Stones iniziarono a scrivere il
primo materiale di loro produzione, non ebbero alcun timore nell'evocare situazioni
e punti di vista che al pubblico di quell'epoca non potevano che apparire
quantomeno brutali e sconvolgenti. Canzoni come Time Is On My Side,
Heart of Stone, (I Can't Get No) Satisfaction,
Get Off My Cloud, 19th Nervous Breakdown, Mother's
Little Helper, Have You Seen Your Mother, Baby, Standing
in the Shadow? erano colme di amarezza, senso di sopraffazione, disperazione
e sconfitta, ribellione esistenziale. Gli Stones erano quello che cantavano,
e diedero vita a un comportamento pubblico, fatto di scandali e trasgressione,
che non lasciava spazio al dubbio. Rubber Soul dei Beatles,
con pezzi come Norwegian Wood, Think for Yourself
e Girl poteva essere appropriato per ogni occasione
sociale. Ma il suo parallelo, Aftermath, degli Stones, non
lo era affatto. Era piuttosto un album da ascoltare da soli, a tarda notte,
nella propria stanza, perché scatenava sensazioni e sentimenti verso
i quali provare paura, o vergogna. E questo è ciò che lo rese
grande.
Their Satanic Majesties Request, del 1967, con un titolo
che suona come una dichiarazione, porta alla luce quella malignità
che, in precedenza, era stata solo accennata. Fu l'album che rafforzò
l'immagine pubblica negativa del gruppo, la consacrazione del titolo di "messaggeri
del demonio" a cui gli Stones meritatamente aspiravano. Questo "affare"
con Satana, tra l'altro, sembrava offrire ai media una spiegazione bizzarra,
ma più o meno plausibile, di quella che era stata, fino ad allora,
la carriera del gruppo: gli inizi oscuri e travagliati, in cui predominarono
amarezza e disprezzo, e poi l'improvvisa, inarrestabile ascesa. Nel disco
successivo, Beggar's Banquet, apparve la mitica e insinuante
Sympathy for the Devil, il drammatico monologo di un personaggio
che altri non è se non Lucifero, l'angelo caduto, il quale racconta
all'umanità dei suoi trionfi, e sollecita, al tempo stesso, le anime
alla dannazio-ne eterna, con un misto di charme e di minacce. Una sorta di
canto di vittoria per le forze del Male... È in questo periodo che
Jagger inizia a mostrare un grande interesse verso gli argomenti occulti.
Più avanti gli Stones continuarono a perseguire questa vena profondamente
"maledetta", che venne alimentata da un fatto tragico come la morte
di Brian Jones, avvenuta il 3 luglio
1969, all'età di ventisette anni. Come Jagger, anche Jones era irresistibilmente
attratto dalla gloria e nutriva un grande amore per il blues americano. L'influenza
di Jones diventò, in breve tempo, sempre più irrilevante: Brian
possedeva una sensibilità da esteta che mal si conciliava con l'immagine
rozza e brutale del resto della band. I suoi sempre più urgenti problemi
di droga e di relazione resero la sua posizione sempre più precaria
e, a un anno dalla realizzazione di Beggar's Banquet, lasciò il gruppo
(o venne cacciato, secondo altre versioni). Un mese più tardi venne
ritrovato morto, annegato nella sua piscina. L'autopsia rivelò che
il suo sangue conteneva alcol e barbiturici in quantità molto forti,
e il coroner stabilì che la morte era stata "accidentale".
Due giorni dopo, durante il concerto degli Stones a Hyde Park (dove debuttò
il nuovo rimpiazzo, Mick Taylor), Jagger celebrò la
scomparsa di Jones leggendo brani di Shelley e liberando migliaia di farfalle.
Questa immagine romantica durò ben poco: cinque mesi più tardi,
infatti, venne cancellata dall'incubo di Altamont.
Per gli Stones l'America aveva sempre rappresentato un paese esotico e violento,
fantasticato con le immagini potenti del rhythm'n'blues. Ma la loro nuova
trasferta nella patria sognata si rivelò letale. Era il secondo tour
statunitense del gruppo, a tre anni di distanza dalla loro acclamata esibizione
di Woodstock. La stampa musicale iniziò a rimproverare gli Stones per
l'inadeguato trattamento economico che i musicisti di supporto (B.B. King
e Ike & Tina Turner) stavano ricevendo, e per il costo troppo alto dei
biglietti dei loro concerti. Agli occhi dei giornalisti americani l'unica
possibilità, per gli Stones, di fare ammenda era quella di concedere
un concerto gratuito. L'intera idea, naturalmente, era un grosso errore, ma
il gruppo, temendo di perdere la credibilità e la popolarità
guadagnate presso la generazione di Woodstock, accettò. Il progetto
diventò, in breve tempo, grazie agli sforzi del promoter Bill Graham,
un vero e proprio festival, al quale presero parte, oltre agli Stones, gruppi
come i Santana, i Jefferson Airplane, i Flying Burrito Brothers e Crosby,
Stills, Nash and Young. Il luogo prescelto fu l'autodromo di Altamont, in
California, che divenne nel giro di poche ore un incubo di disorganizzazione,
come d'altronde era stato anche Woodstock.
Questa volta, però, pace, amore e comprensione mancarono del tutto
per lasciare spazio a morte e violenza. Il servizio d'ordine venne assegnato
agli Hell's Angels californiani, che in altre occasioni avevano già
dato prova di affidabilità. Ma Altamont sembrò per i biker
l'occasione buona per mostrare a Jagger e compagni che il male non poteva
essere semplicemente una posa e il frutto dell'atteggiamento di una rock
star annoiata. Dopotutto gli Angeli erano, in qualche modo, l'incarnazione
più sincera di certe pulsioni violente. Lo erano stati da sempre e
probabilmente decisero che era l'occasione buona per impartire una seria lezione
di terrore agli Stones e al loro pubblico.
Gli Hell's Angels trascorsero l'intera giornata molestando gli spettatori,
picchiando a loro piacimento persino alcuni musicisti dei gruppi ospiti. Per
la maggior parte del tempo il loro comportamento, aggressivo e intimidatorio
(e alimentato, tra l'altro, da centinaia di casse di birra offerte gratuitamente).
sembrò funzionare a meraviglia: la gente era terrorizzata e non scoppiò
alcun incidente né ci fu alcuna rissa da sedare. I Santana furono il
primo gruppo a salire sul palco. Poco prima che iniziassero la seconda canzone,
un anello di Hell's Angels aveva circondato il palco. Armati di stecche da
piscina segate a metà, gli Angeli sferravano colpi qua e là.
Come primo bersaglio scelsero un ragazzo che stava cercando di farsi largo
tra le loro file, e subito dopo, un fotografo che stava tentando di fotografare
la scena e supplicava il ragazzo di girarsi verso l'obiettivo. A metà
della terza canzone dei Santana, alcuni niotociclisti salirono addirittura
sul palco, interrompendo la band, per attraversarlo e andare a picchiare
qualcuno che stava dall'altra parte. Bill Laudner, uno dei componenti dello
staff dei Jefferson Airplane, guardò stupito uno degli Angeli, di fronte
al palco, inghiottire una manciata di orange sunshine (una particolare qualità
di acidi), seguita a ruota da alcune "rosse" (barbiturici) e da
un generoso sorso di birra. Laudner, pur con tutta l'esperienza che aveva
ormai accumulato, non aveva mai visto qualcuno inghiottire tante pillole in
una volta sola. Sapeva che gli Hell's Angels significavano guai. Con gli occhi
sbarrati li seguì con lo sguardo mentre si tuffavano tra la folla,
sventolando freneticamente i loro bastoni. Quando i Jefferson Airplane salirono
sul palco, ormai sovraffollato, la tensione era alle stelle. Mentre cantava
Other Side of This Life. Marty Balin diede un'occhiata all'area sotto il palco.
Non poté credere ai suoi occhi: uno degli spettatori era finito a terra
e gli Angeli continuavano a picchiarlo con accanimento, mentre la folla intorno
si era divisa per far loro spazio. Nessuno sembrava avere la minima intenzione
di fermare il massacro. Il cantante scese allora dal palco, mentre Grace Slick
ripeteva nervosamente, ma con poca convinzione "Calmi... Calmi... Calmi..."
Balin iniziò a urlare, mentre i biker continuavano a pestare il povero
hippie. Indicando con il dito uno degli aggressori, gli gridò "Vaffanculo"
e poi cercò di colpirlo con un pugno. In pochi secondi gli altri Hell's
Angels gli furono addosso, picchiandolo fino a renderlo incosciente. Uno del
suo staff chiamò un paio di tecnici del palco, che trasportarono
Balin su uno degli autocarri parcheggiati sul retro dello stage. Dopo aver
ripreso conoscenza, Balin tornò sul palco per concludere lo spettacolo.
Alla fine un suo compagno di gruppo, Jorma Kaukonen, gli disse: "Sei
stato un pazzo a saltare lì sotto". Per tutta risposta, Balin
lo accusò furiosamente. "Dove cazzo eri con tutti i tuoi coltelli
e le tue pistole?" disse al chitarrista, l'unico dei Jefferson Airplane
capace di fornire il necessario campionario di violenza al bisogno...
La tragedia, comunque, esplose qualche ora più tardi, nel momento in
cui Mick Jagger e gli altri presero possesso del palco, come padroni di casa.
Fu allora che gli Angeli iniziarono a malmenare un giovane fan di colore,
Meredith Hunter, colpevole, a loro giudizio, di comportarsi
in modo troppo turbolento. Proprio mentre gli Stones iniziavano a suonare
i primi accordi di Under My Thumb, Hunter, stanco delle attenzioni
piuttosto rudi degli Hell's Angels, si infuriò sempre più ed
estrasse una pistola. In pochi minuti era disteso a terra, disarmato e vittima
di numerose ferite di coltello alla schiena. Per parecchi minuti gli Angeli
non permisero a nessun soccorritore di avvicinarsi ma, alla fine, si riuscì
a trasportare il giovane sotto la tenda medica, dove però non c'erano
le strutture d'emergenza, niente attrezzature né elicottero per portarlo
in ospedale. Il ragazzo morì poco dopo. La morte di Meredith Hunter
per mano dell'Hell's Angel Alan David Passaro
rimane a tutt'oggi probabilmente l'esempio più terribile di ogni morte
nel rock. Quel giorno morirono altre tre persone (due uccise nel loro sacco
a pelo da un automobilista pirata, una terza annegata in un canale dopo un
brutto "viaggio"), ma fu l'omicidio di Hunter, catturato su pellicola
dai fratelli Maysles nel documentario Gimme Shelter, a conquistare
la maggiore risonanza. Altamont era nato male, e gli Angels furono soltanto
il catalizzatore di una tensione che era nell'aria: alla fine sembrò
che i primi colpevoli fossero stati gli stessi organizzatori dell'evento.
Dopo Charles Manson, sembrò che le funeste e agghiaccianti
visioni raccolte in tante canzoni fossero diventate pericolosamente reali.
Dopo l'episodio di Altamont gli Stones eliminarono, per parecchi anni, Sympathy
for the Devil dalla lista dei brani da eseguire in concerto.
Se un patto con Satana era stato davvero stretto, con Altamont gli Stones
sembrarono costretti, loro malgrado, a saldare parte del debito. Negli anni
successivi, quasi nel tentativo di scacciare un'immagine negativa che li aveva
quasi travolti e distrutti, Jagger e soci costruirono un'immagine in qualche
modo più soffice, incarnata nell'affermazione "è solo rock'n'roll
ma ci piace".
Una cosa è certa: il divorzio da Satana provocò non pochi danni
anche alla qualità della loro musica, se è vero che, della produzione
più recente, soltanto pochi episodi come Some Girls
(1978) o Start Me Up (1981) brillano ancora della vecchia
verve...